e continua la soap "UN POSTO IN MOSCHEA"
Continua in queste ultime settimane la soap opera "Un posto in moschea" che vede come protagonisti il nostro sindaco (o dovremo già chiamarlo califfo?) e l'assessore Merola con brevi comparse della guest star Dott. Malagoli.
In barba alla democrazia, anzi, scusate ci correggiamo subito, seguendo la DEMOCRAZIA DEI COMITATI CENTRALI COMUNISTI, la soap opera continua con il copione di volersi dare una legittimità democratica e di confronto.
Quindi si invitano solo i cittadini che dicono sempre sì (li prendono tutti alla COOP????) e addirittura si scomodano comitati di pseudo opposizione pronti a dire SI per comparire di fronte a qualche televisione o giornale. E' il caso del gruppo facente capo a (A)lleanza (M)usulmana che formato da pochi eletti fedelissimi al capo Abbu-Matteu è andato a dare una spruzzatina di legittimità popolare e di opposizione durante la riunione al quartiere San Donato.
Non contenti di ciò hanno scatenato anche i vari quotidiani Pravda con cronaca di Bologna per incensare questo consenso popolare!
Ci rendiamo conto che il nostro stimatissimo Sindaco deve necessariamente crearsi un futuro come protagonista di soap (indubbiamente è fotogenico), ma non si capisce perchè noi bolognesi dobbiamo sorbirci queste prove sulla nostra pelle?
Lanciamo una sfida al nostro caro califfo (che fa rima con sceriffo, ruolo tanto amato dai lettori di Tex Willer): perchè non indice di sua spontanea iniziativa un referendum istituzionale sulla questione?
Se i bolognesi diranno di SI al suo progetto saranno c**** loro, ma se dicessero di NO?
Ultim'ora: sembra che la prossima soap in preparazione si "Sentieri democratici"
Piuttosto, lanciamo un guanto di sfida: perchè
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