E’ PARTITO L’ITER PER IL QUESITO REFERENDARIO A BOLOGNA
ringraziamo il sito Lisistrata del puntuale resoconto della serata (www.lisistrata.com) che vi riproponiamo in attesa di potervi mettere a disposizione il video della serata.
E’ PARTITO L’ITER PER IL QUESITO REFERENDARIO A BOLOGNA |
Pubblicato il 18/06/07 alle 04:13:32 CET da Admin |
Nonostante la manifestazione sia stata boicottata dalla stampa e dalle TV, è stato già al primo incontro raggiunto il quorum di adesioni necessarie a avviare l’iter della raccolta firme affinché il quesito referendario sulla costruzione del nuovo centro islamico, che nei disegni degli islamici e di Cofferati dovrebbe andare ad occupare un’area vastissima di oltre 52.000 metri quadri, di cui più sotto nell'articolo vedrete la planimetria. L’amministrazione della Città di Bologna, nella persona del sindaco ex sindacalista Cofferati, con un colpo gobbo e senza aver seguito le procedure legali e il rispetto delle regole democratiche, ha stipulato una serie di accordi con i rappresentanti dell’U.C.O.I.I. –alla faccia della concertazione che ha sempre imposto a tutti quando faceva il sindacalista d’assalto- in relazione al progetto della costruzione di un gigantesco centro islamico, nel quale non esisterà solo una moschea, ma tutta una serie di attività legate alla vita della comunità islamica che andranno dalla scuola che viene fatta partire dall’asilo fino all’università, le attività culturali e ludiche, come sport, musica, cinema, gli ambulatori medici, gli ospedali, i centri di ricerca e persino macellerie halal e centri commerciali. Di fatto una città nella città, creando un separatismo inaccettabile fra i cittadini italiani e gli islamici che con la scusa della religione avranno la possibilità di sottrarsi a tutti i controlli e le regole che i cittadini italiani invece debbono rispettare e accettare e quello che appare ancora più grave è che la sottrazione di “legittimi poteri” alle amministrazioni italiane, genererà una vera e propria enclave islamica sul nostro territorio. Un bacino di cultura ideale per il portare a termine l’islamizzazione che i paesi integralisti hanno ormai avviato in Europa. A Bologna giovedì 14, seguendo un copione ormai diventato penoso, oltre che noioso, un gruppuscolo di facinorosi squadristi rossi, che risponde all’esotico nome di “no global” ha stazionato fuori dalla splendida Sala dell’affresco del Barracano (realizzato nel XVI secolo), posta all’interno dell’ex tempio malatestiano, per cercare di impedire lo svolgimento della Conferenza sul tema NO ALLA MOSCHEA PERCHE’… . Grazie alla forze di polizia presenti, Il prepotente e arrogante gruppuscolo si è potuto esprimere solo entro i limiti di una delle poche varianti dell’armamentario in possesso di questi “bravi ragazzi anti globalizzazione” che si sono esibiti in una performance degna delle peggiori bettole di porto, che conteneva offese e volgarità irripetibili all’indirizzo dell’organizzazione e del pubblico, che lasciamo indovinare ai lettori nel libero utilizzo della loro fantasia. E’ ammirevole la foga con la quale questi pittoreschi personaggi da sottobosco politico si mobilitano contro il diritto di manifestazione altrui, evidentemente nella loro totale ignoranza del concetto e della realtà della democrazia e dei diritti dei loro stessi concittadini, verso cui dimostrano il disprezzo assoluto, ogni volta, dopo aver baciato l’immaginetta del Che Guevara (icona pacifista della sinistra più becera) si gettano spesso armati di spranghe e mazze sui generis, nella mischia con il ruolo dei “castigamatti” quasi fosse un loro preciso compito istituzionale o avessero ricevuto tale incarico da “mandato divino”. Comunque, a parte la sequela di improperi distribuiti a piene mani e polmoni all’indirizzo di tutti coloro che avevano l’ardire di varcare la soglia del Palazzo, (e lo hanno fatto proprio in molti, come avete visto dalle foto qua sopra) per partecipare alla conferenza ed aderire al quesito referendario non è successo altro e la manifestazione è stata un vero successo, che però è stato reso possibile grazie all’instancabile opera divulgativa e organizzativa messa in moto e condotta fino in porto dalla signora Norma Tarozzi. La signora Tarozzi, che non si era mai occupata di politica, si è vista costretta dai problemi emergenti creati dall’invasione degli extracomunitari e dell’islamismo prepotente e dilagante, svolgere a proprie spese e sacrificio, un’opera di contenimento e di difesa del territorio bolognese e della comunità italiana che a Bologna ormai vive imprigionata dall’aggressività di orde di barbari calati come una mannaia sulla città e che le autorità preposte si guardano bene dal difenderne i diritti, anche se le aggressioni fisiche sono ormai all’ordine del giorno. Il presentatore e moderatore della serata Gianpiero Bagni, consigliere della Lega Nord di S. Lazzaro di Savena, ha presentato i relatori che hanno messo a disposizione del pubblico i loro interventi sugli argomenti di loro pertinenza ed ha portato i saluti del prof. Silvio Calzolari, docente di islamismo dell’Università Pontificia di Firenze, assente giustificato per esami. Nel mio intervento, ho spiegato al pubblico il pericolo rappresentato dall’integralismo islamico, che sfortunatamente per gli italiani, i rappresentanti delle nostre istituzioni, hanno scelto come interlocutori privilegiati coloro che militano proprio in questa parte, relegando gli islamici liberali e democratici, che sono la maggioranza, ad un ruolo marginale, senza tenere conto della democrazia e soprattutto del fatto che i soggetti a cui hanno dato troppo spazio sono autoreferenziali e non sono stati investiti dalla comunità islamica, dell’incarico che stanno assumendosi, semplicemente facendo leva sulla nostra mancanza di conoscenza delle differenze che esistono nelle diverse dottrine islamiche, sì da creare una vera e propria discriminazione nei confronti di tutti gli altri islamici, oltre che nei nostri perché le concessioni che vengono loro fatte, sono tutte a nostre spese e sulla nostra pelle. La cosa più grave però è che ciò su cui stiamo reclamando attenzione da molto tempo, è che non si tratta di timori infondati, ma esistono infinite prove documentate dai fatti tragici che hanno colpito in modo indifferenziato le comunità occidentali, partendo dai singoli casi in cui intellettuali di ogni tipo sono stati assassinati, a stragi di massa come negli attentati nelle metropolitane o alle due torri di New York o a ribellioni guidate ad arte per andare contro le ambasciate occidentali e bruciare le chiese, nonché uccidere religiosi cristiani. Infatti, non si tratta semplicemente di esercitare il loro culto in perfetta libertà, ma si tratta di un progetto politico che vuole entrare nei sistemi democratici, servendosi degli stessi strumenti che la democrazia offre, per poter imporre la legge islamica su quella delle nazioni ospitanti, alle quali in cambio non offre nemmeno il rispetto della Costituzione. Tale progetto infatti si serve strumentalmente della religione, poiché approfitta della buona disposizione d’animo delle popolazioni che li ospitano, impedendo qualsiasi tipo di critica e imponendo con questo sistema i propri diktat ai paesi ospitanti, che non ricevono in cambio ciò che è basilare affinché esista un dialogo vero e non chiacchiere vuote che servono soltanto per imporre un regime dittatoriale nella forma e nella sostanza: LA RECIPROCITA’ che in ogni trattativa è il GRANDE ASSENTE. E’ per questo importante considerare che sul suolo arabo, là dove si è formata la corrente religiosa fondamentalista Wahabita, a cui l’UCOII fa riferimento, è quella che ha dato origine all’integralismo islamico, confluito nel terrorismo di identica matrice. Sul suolo Arabo non esiste nulla in termini di concessioni a chicchessia di ciò che al contrario pretendono sul suolo altrui. In Arabia è proibito persino possedere una bibbia o un vangelo, proibito riunirsi per pregare, proibito insegnare religione, proibito costruire anche solo una cappella che non sia islamica, proibito indossare una crocetta o altri simboli religiosi, anche se piccoli e non esibiti con l’arroganza con la quale qua da noi esibiscono il chador, proibito alle donne da ovunque provengano di indossare abiti che non siano il niqab integrale, proibito loro anche semplicemente il guidare l’automobile, proibito per gli stranieri acquistare un pezzetto di terreno anche solo per farci un orto, proibito bere alcolici, mangiare carne di maiale, insomma qua pretendono tutto ciò che agli altri proibiscono sul “Sacro Suolo Arabo”. Ritengo che quando gli islamici saranno pronti per comprendere e rispettare la democrazia, potranno comprarsi tutto il terreno che vorranno, ora non si può permetterlo, perché il loro scopo non è quello di integrarsi, ma di fagocitarci. E’ poi intervenuto S.E.Dom. Marcello Cristofani della Magione – fondatore della Lega Anti-Diffamazione Cristiana, che ha fatto il punto della situazione fra le differenze esistenti fra la religione cristiana e quella musulmana, ricordando il martirio dei cristiani nei paesi fondamentalisti, così come l’ultimo rapimento di padre Bossi, che non ha smosso le coscienze degli italiani così come le avevano smosse i rapimenti dei giornalisti di testate schierate notoriamente a sinistra, per i quali nulla è stato lasciato intentato, ma padre Bossi ha il grande demerito di fare del bene, di salvare vite umane e di non fare a sua volta opera di terrorismo ideologico o anche soltanto di lavorare per organizzazioni che fiancheggiano la sinistra italiana. S.E.Dom. Marcello Cristofani, ha invitato tutti i presenti a difendere le radici culturali e cristiane che hanno originato l’Italia e gli italiani così come sono oggi invitandoli a combattere, con tutti i mezzi leciti che la democrazia mette a loro disposizione, affinché nessun’altra cultura o religione abusi della nostra con la finalità di distruggerla e prenderne il posto.L’on. Gianluca Pini - deputato della Lega nord, che ha toccato i temi riguardanti le implicazioni politiche della questione, ma prima si è concesso un breve inciso per spiegare il blitz del mattino, portato a termine nella Sala di Montecitorio assieme al suo gruppo, per segnare la rottura totale con il Governo a causa dell’inadempienza contrattuale, nelle trattative intavolate con la sinistra sul federalismo e brandendo il giornale La Padania con la richiesta di nuove elezioni. L’on. Gianluca Pini ha poi proseguito nel suo intervento precisando che l’immigrazione selvaggia ha prodotto una serie di danni alla società italiana, che si vede prevaricata dei propri diritti e crescere l’insicurezza, oltre che la povertà perché l’invasione incontrollata ha portato un aggravio economico che non è stato assorbito da nessun altro, al di fuori dei cittadini che ogni giorno debbono anche combattere con l’arroganza e la prepotenza di gruppi alieni al sistema italiano, forti delle protezioni che ricevono a sinistra e dei favori che vengono loro elargiti da giunte compiacenti come quelle di Cofferati, che non si è certo dato pena di aver prodotto una mostruosità giuridica, regalando di fatto 52.000 mq. Di terreno agricolo, facendolo valutare come tale, per poi trasformarlo successivamente in terreno residenziale e regalarlo agli islamici, attraverso un escamotage truffaldino per far sembrare legittimo tale “inganno economico, sociale e culturale ai danni della città e dei cittadini di Bologna” generando uno scambio a parità di valore economico con 6.000 mq. Attualmente adibiti a moschea, che tornerebbero di proprietà della città. Lorenzo Tomassini - consigliere comunale di Forza Italia, ha realizzato un breve intervento in qualità di ospite e di persona informata sui fatti, poiché il tradimento perpetrato contro i bolognesi dalla giunta Cofferati, è stato portato a termine fuori dagli spazi e dai percorsi istituzionali, impedendo perciò all’opposizione la minima possibilità di intervento o anche solo di dialogo, in perfetto stile soviet. Il consigliere ha spiegato nel dettaglio alcuni dei punti più salienti, nei quali si configurano violazioni di diritti a danno, non solo dei cittadini di Bologna, ma anche della Costituzione Italiana, nel disprezzo delle regole che permettono ad un sistema complesso come la società umana di interagire nel rispetto delle leggi che prevedono la tutela dei diritti di tutti i cittadini, da qualunque nazionalità o religione provengano. Fra le irregolarità spiccano alcuni punti critici, che non avrebbero mai dovuto essere presi in considerazione: Valutare una zona come terreno agricolo, calcolarla in termini economici e soltanto dopo trasformarla in terreno residenziale, rappresenta un grosso danno economico alla città di Bologna Mettere sotto la tutela dell’UCOII i nuovi immigrati spostando dentro al centro le strutture di accoglienza e gli alloggi comuni configura una violazione delle regole istituzionali. Lo Stato Italiano è stato sovrano e nessuno ha il potere giurisdizionale sul suo territorio e viola i diritti dei cittadini italiani. Destinare un terreno così ampio di verde a zona residenziale potrebbe configurare un altro reato di alienazione del patrimonio ambientale per trasformarlo a uso improprio. Favorire già con un contratto una serie infinita di possibilità di destinazioni delle aree interne a attività così difformi fra loro è un altro atto che non appare regolare. Stabilire l’uso della lingua italiana fatta eccezione per la liturgia, ma anche per argomenti correlati alla fede e alla religione implicita un’altra violazione dell’obbligo a che tutte le attività siano controllabili e svolte entro il rispetto della Costituzione e delle Leggi italiane. Definire molte delle attività e delle proprietà sotto la sfera religiosa, rappresenta più di una irregolarità in quanto toglie allo Stato italiano il potere di intervenire in caso di irregolarità e non rispetto delle leggi italiane, fra le quali il separatismo fra i sessi, che crea un danno alla popolazione islamica femminile, infatti nel testo è ripetuta più volte questa frase: “spazio destinato al culto per uomini e donne” che ammette il separatismo fra i sessi, cosa questa inaccettabile in italia per il nostro ordinamento giuridico e soprattutto per il rispetto dei diritti delle persone e della Costituzione. E DULCIS IN FUNDI: Stabilire una commissione di controllo costituita da 6 membri, con 3 persone scelte dagli islamici e 3 dal Comune di Bologna, è come dire che i controllati sono gli stessi controllori ed è una procedura che va contro le leggi italiane oltre che contro il buon senso. Ora inizia la vera battaglia democratica, che servirà a difendere la democrazia, i diritti di tutti i cittadini, anche coloro che immigrati un giorno diventeranno italiani, in quanto garantisce a tutti gli stessi diritti e doveri e non discrimina, fra sessi, politica, religione, etnia o altra variante legale. Il successo tributato dal pubblico e dall’aver raggiunto il numero che serve per avviare il referendum, ci fa sperare di aver iniziato un cammino che ci condurrà verso la giustizia e non verso l’ignominia. Adriana Bolchini Gaigher presidente nazionale O.D.D.I.I. http://www.oddii.eu Alcuni momenti della manifestazione |
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