La visione profetica dei Papi e l’apparizionismo
pubblicato su Effedieffe
La visione profetica dei Papi e l’apparizionismo
Daniele Arai
04/08/2007
«Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta». (Matteo 10, 41)
Lo scientismo avversa la fede nella profezia soprannaturale.
Ma nel suo stesso campo, naturale, ove esso predomina, si può «profetizzare» il degrado del pensiero e della vita nelle società.
Semplice.
Esso avanza nell’onda dell’alienazione della realtà per cui l’essere umano non può conoscere da sé né la sua origine, né il suo stato terreno e neppure la sua ragion d’essere e perciò da sempre osserva i fatti soprannaturali per capire se stesso.
Il partner di tale scientismo dominante è l’agnosticismo, che si occupa di eliminare tali «puerilità» per guidare incontrastato i destini del mondo, anche col beneplacito di laici e chierici che si ritengono profondamente religiosi.
È la prova ulteriore del degrado nel pensiero umano che implica il degrado nella vita delle società per la semplice ragione (non si allude ancora alla fede) che è impossibile ben guidare la vita umana ignorando la natura dell’uomo, fatto di un corpo che ha per matrice un’anima spirituale (e qui la fede aggiunge: immortale).
La politica dello scientismo agnostico, che oggi governa il mondo, si fonda sul «principio» che essa deve governare l’uomo anche se ignora la sua natura.
Perciò decreta che va depennata dalle leggi ogni allusione religiosa perché sovversiva, specialmente nell’educazione delle nuove generazioni.
Per avere un esempio basta considerare un fatto della vita scolastica americana dove imperversa il conflitto tra evoluzionisti e creazionisti.
Questi ultimi escogitarono, onde attenuare la disputa, di attribuire al creato il termine neutrale di «progetto intelligente», che è il minimo che si possa dire della natura creata.
Tale termine, dedotto da una logica elementare, dovrebbero essere accettabile da tutti.
Eppure, fu animosamente contestato dall’intellighenzia evoluzionista, per essere poi bocciato come discriminatorio da un «giudizio supremo»!
Si impedisce così ai giovani americani di pensare che la vita e la storia abbiano un senso e più ancora che nella categoria del tempo vi siano le profezie (quelle vere s’intende; le false sono coperte da diritti d’autore).
Stranamente, però, lo stesso evoluzionismo ufficiale è approdato di recente ad una discriminazione inaudita: tutto il genere umano sarebbe oriundo da una sola coppia, o meglio, da una sola donna africana!
Ma attenti!
E’ vero che tale rivelazione va incontro alle fedi ugualitariste e antirazziste, ma essa ha il gran difetto d’essere in odore di cristianesimo.
Infatti, non solo ciò si conforma al Magistero della Chiesa ed era il punto centrale di quell’enciclica inedita di Papa Pio XI nell’epoca del razzismo nazionalsocialista, ma è, col peccato originale di Adamo e Eva, la base di quella religione rivelata dove figurano pure profezie su un atavico degrado umano.
Nostro Signore Gesù Cristo è venuto, secondo un progetto d’intelligente misericordia, a liberare gli uomini da tale scadimento, ma è esso stesso a bocciarlo in nome dell’ecumenistica parità d’opinioni religiose.
La profezia nell’impero del male
Insomma, la domanda è: la stupidità galoppante che devasta la terra come cavallette fameliche, è o no profetizzata in qualche dimenticato libro apocalittico?
Inoltre, l’ora in cui i deliri e i delitti umani, derivati da tali rivoluzioni egualitariste e libertarie, scatenavano nel mondo massacri con milioni di vittime, era o no presente in terra l’aiuto profetico di Fatima per impedirlo, sempre che il Pontefice con tutta la Chiesa vi ricorresse?
Le risposte richiedono quel senso cristiano sempre più raro nel mondo, ma che va testimoniato dal «resto», dal «piccolo gregge centrato sul rapporto verità-realtà del pensiero, per cui la verità è raggiungibile conformandosi al pensiero di Dio».
E poiché questo si è rivelato alle anime umane, create a Sua immagine, come volontà di edificazione e salvezza, crediamo nel Suo aiuto profetico.
Non vi è dubbio che questa conoscenza non può prescindere da una distanza tra Dio e l’uomo per cui la conformità alla verità-realtà dipende dalla direzione:
- verso le cose inferiori, umane; l’amore può essere preceduto dall’impulso di conoscere e quindi da una libera esplorazione armata anche da dubbi, critiche e perfino dall’ironia, dato che la credulità stolta non conduce al vero, non è via di salvezza, anzi, è cavalcata dal maligno.
- Verso quanto viene dall’alto; le vie d’unione al vero, ossia di conoscenza, sono l’amore e la fede. Ecco la posizione cattolica di fronte alle profezie: fino a che è presentata da uomini va rivoltata come un calzino; appena la vera Chiesa ci assicura che è da Dio, sarà essa a rivoltarci mente e cuore.
L’Apocalisse non può seguire altro spirito che quello dell’Apostolo San Giovanni, suo redattore: - d’amore illimitato al pulsare del Sacro Cuore di Gesù; - d’indefessa vigilanza di fronte ai nemici della fede.
Non diversamente dev’essere l’attitudine cattolica di fronte al segno apocalittico della Madonna di Fatima, che si è dimostrato faro per illuminare i nostri tempi e riportare l’amore del vero in terra.
L’attitudine cattolica di fronte a Fatima
Cos’è evidente nell’evento di Fatima?
- Che il Signore interviene per invitare alla difesa della Sua opera di redenzione in pericolo nel mondo;
- che lo fa mediante l’apparizione di Maria e in aiuto all’opera dei Suoi vicari;
- che l’aiuto ha natura profetica.
E’ implicito inoltre nell’evento di Fatima che la Chiesa e il Papa avevano gran bisogno di un aiuto estremo, miracoloso, per essere difesi.
Non è vero, però, che il cattolico, per accogliere una tale profezia d’aiuto come proveniente da Dio, si conforma all’assicurazione emessa dalla stessa Chiesa?
Sì, ma quest’assicurazione c’è per l’evento di Fatima in sé, manca solo riguardo alla profezia.
E’ logico, però, che l’evento esiste per portare la profezia e non il contrario e riguardo alla natura delle profezie, in generale, la Chiesa non si era pronunciata.
C’era dunque un vuoto e si sa, dove esso rimane spuntano pericolosi garbugli, che sono, così come le false apparizioni mariane, a servizio dei nemici di Fatima e della Chiesa.
Infatti oggi la confusione è completa.
Uno spunto per cominciare a capire il terzo tegreto di Fatima sta nel modo come esso fu trattato; nella solerzia dei capi conciliari, che delle apparizioni mariane curano le adunate e gli introiti, ma offuscando il suo messaggio.
Come diceva di Gesù il grande inquisitore di Dostojevskij, la Madonna sarebbe apparsa solo per chiedere preghiera e penitenza; ha fatto la sua parte.
Ora spetta ai grandi sacerdoti guidare il popolo, secondo i «segni dei tempi» svelati dalla psicologia e dalla sociologia moderna secondo le necessità del progresso.
Non è proprio questa la piattaforma di lancio del Vaticano II, facendo il vuoto nelle chiese e il pieno delle sette?
Quali erano allora i veri segni dei tempi?
«Sapete dunque distinguere l’aspetto del cielo (col progresso tecnologico) e non riuscite a distinguere i segni dei tempi?». (Matteo 16, 4)
L’intervento divino nel mondo umano
A questo punto si deve di nuovo considerare: in primis, se tali interventi straordinari rientrino nella storia della fede e siano legati agli interventi ordinari, anche profetici, dei Pontefici accreditati da Dio; poi, se tale aiuto può avere un senso politico per il bene della polis umana.
Verificati questi punti va considerato cosa contrasti di più la vera profezia: la sprovvedutezza clericale, le false profezie, o entrambe unite in un compromesso storico di natura preternaturale?
Sì perché vi è sempre un pensiero deviato accanto al naturale pensiero religioso che guida ogni anima, che è creata ad immagine e somiglianza di Dio, alla fede nel Verbo divino.
A causa di queste tentazioni, in ogni tempo, quando la gente smarriva il fine ultimo della vita, anche sociale, Egli suscitava i suoi profeti per ricordarlo.
Fino a quando il Verbo di Dio si è fatto carne e dalla Sua passione e morte ha fatto nascere la Chiesa, che col Suo Vicario mantiene viva, in modo ordinario, la Sua Parola profetica.
Succede, però, che essendo anche la Chiesa costituita di uomini, essi, per conoscere quanto va oltre la legge, per la quale hanno la tradizione, possono aver bisogno dell’aiuto del cielo che qui nominiamo aiuto profetico.
Si ricordi che è stato Gesù stesso ad annunciare tempi segnati da quanto predetto dal profeta Daniele.
Quindi il bisogno di riconoscerli.
Un bisogno che può diventare tanto grave in tempi allucinanti come i nostri, che la profezia arriva non attraverso santi, ma per la mediazione della stessa Regina Prophetarum.
E sono profezie anche sulla politica che governa la vita sulla terra.
Poiché una delle ragioni per cui l’uomo pensa riguarda il problema di governare la vita col sano pensiero - ed esso dipende dalla conoscenza della natura umana, del suo stato presente, del suo fine - la vera politica è legata alla religione.
Quale scienza la può contestare?
Non certo le conoscenze virtuali di agnostici di mente conficcata nella materia, che non producono pensieri autorizzati a spaziare sul segno assoluto del creato che avvolge l’essere umano.
Le visioni profetiche dei Papi
Gesù Cristo è venuto a rompere drammaticamente l’illusione di un sapere umano capace di distinguere da sé cosa sia il bene e cosa il male e ha istituito la Chiesa per interpretare fedelmente tanto questa distinzione quanto per predire l’esito disastroso di confonderla.
Rivelava così il corso apocalittico della storia segnata dalla lotta metafisica sorta da quella perversa illusione ispirata dallo spirito del male; una storia convergente da ultimo alla manifestazione dell’Anticristo.
A questo punto si può dire che la doppia missione della Chiesa consiste nel predicare la Parola di Gesù Cristo e usare tutte le sue forze per neutralizzare i fermenti antricristici che si manifestarono di continuo nelle idee gnostiche, catare, protestanti... divisioni rivoluzionarie che causano devastanti conflitti.
Per i nostri tempi basta leggere la storia di tante sette, nuove e vecchie, sorte dall’America al Brasile, dall’India al Giappone.
Oggi esse lievitano in modo esponenziale.
Per esempio, dal primo all’ultimo viaggio di Giovanni Paolo II in Brasile l’emorragia della Chiesa verso le sette è più che raddoppiata.
Figuriamoci nel Benin, dopo il suo incontro fraterno con i dignitari vodù del tempio del pitone!
(confronta «L’Eclisse del pensiero cattolico», Europa, 1997, pagina 113).
Proprio in vista di questa esponenziale degenerazione religiosa si può capire come la grande preoccupazione dei Papi degli ultimi due secoli sia stata quella di fermare il processo diretto alla scalata finale alla Chiesa da parte dell’Anticristo che ha l’incarico di radunare la «massa dannata» descritta da Sant’Agostino.
Di quest’attacco terminale, i Papi, rivestiti dalla grazia di stato, ma anche illuminati dalla luce di Maria Santissima, divennero i principali profeti.
Nell’articolo sull’Apocalisse e il millenarismo fu descritta questa visione profetica dei grandi Papi vigilanti sulla fede.
Nell’articolo su Papa Benedetto XV e Fatima fu visto l’inizio del decorso miopico dei Papi che non hanno saputo accogliere il vero «collirio» profetico mediante l’intervento di Maria Santissima.
Ne parla l’Apocalisse.
Ricordiamo la visione profetica di quei grandi Papi vigilanti sul pericolo culminante della manifestazione dell’Anticristo, svelata a La Salette.
La persecuzione della Verità stessa
Siamo in campo spirituale, ma seguendo sempre la logica naturale.
Infatti, è da notare come gli interventi extraordinari nel mondo moderno siano avvenuti soprattutto nella Francia del pensiero razionalista.
Il segreto di Fatima fa vedere l’attentato mortale contro i testimoni della verità.
Nella parte già conosciuta del messaggio c’è la frase: «Dio punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Questa punizione del mondo, persecutore della fede, proprio per mezzo di persecuzioni contro la Chiesa è comprensibile considerando quanto i Papi hanno sempre detto della Chiesa: «Sino alla fine dei tempi, è messa sotto il segno della persecuzione».
La persecuzione religiosa consiste oggi chiaramente nella scristianizzazione sistematica dell’umanità: la persecuzione della fede stessa!
Quando tutte le insidie massoniche e rivoluzionarie si ammucchiavano in Europa per scatenare l’attacco diretto contro la Roma cattolica, preludio dell’invasione apocalittica per rapinare la chiave per l’apertura del «pozzo dell’abisso», il cielo era attento piuttosto alla decadenza del clero che alle manovre militari.
Infatti, non sono mai le forze terrene a minacciare la cittadella della fede, ma le sue difese interne.
Ciò era nel messaggio di La Salette, che in mezzo a tanti particolari portava il terribile avviso: «Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo».
Il messaggio fu inviato a Roma e Pio IX ne riconobbe l’estrema gravità anche perché dava forma alle sue visioni profetiche su una persecuzione finale dei falsi cristi e dei falsi profeti che pontificano nel centro della cristianità.
E diceva sulle manovre per colpire Roma... «questa città, fatta preziosa dal sangue di tanti martiri ... riducendola come sotto i Nerone, o più veramente come sotto i Giuliano Apostata. Sicché Roma, sede venerata della verità, diventerebbe un’altra volta, centro di tutti gli errori».
Leone XIII vedeva vicina la distruzione della Chiesa.
Quando?
Quando il potere che impedisce l’iniquità sarebbe stato usato per promuoverla.
Quando l’ingannatore primordiale sarebbe riuscito ad abbattere il custode della Chiesa, ad immettervi l’inganno del «sarete come dei», di modo che ... ecco la profezia:
«Dove fu costituita la sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della verità ad illuminare le genti, lì hanno eretto il trono della loro abominazione e scelleratezza affinché colpito il pastore possano disperdere anche il gregge» (Leone XIII, «Esorcismo invocando San Michele Arcangelo in difesa della Chiesa»).
San Pio X vedeva la realtà come: «una guerra empia che attualmente è stata suscitata e si propaga dappertutto contro Dio».
Poiché in verità «contro il loro Creatore si ribellarono le nazioni e i popoli meditarono insensatezze (Sal. 2,1), tanto che è diventata espressione comune dei nemici di Dio: ‘Allontanati da noi’ (Gb. 21, 14). Ecco perché si è quasi del tutto spento nella maggioranza degli uomini il rispetto all’eterno Iddio...».
«Chi medita su tutte queste cose, può con ragione, temere che tutta questa perversione degli spiriti, sia come un anticipo o l’inizio dei mali che sono riservati alla fine dei tempi, o che già sia in questo mondo ‘il figlio della perdizione’ (2Ts. 2, 3) di cui ci parla l’Apostolo. Grande è infatti l’audacia e troppo smisurata la rabbia con cui dappertutto si attacca la religione, si combattono i dogmi di fede e si fanno immensi sforzi per impedire e perfino per annientare ogni mezzo di comunicazione tra Dio e l’uomo. Ed a sua volta, tutto ciò, secondo il medesimo Apostolo, costituisce la nota caratteristica dell’Antícrísto, l’uomo che con perversione inaudita, usurpa il posto di Dio, elevando se stesso sopra tutto ciò che porta il nome di Dio». (Pii X Acta, volume 1, pagine 56-59. Concetti esposti nella prima Enciclica «E supremi apostolatus cathedra» e chiariti in questa sua prima Allocuzione Concistoriale).
L’abissale inimicizia tra lo spirito rivoluzionario e quello cristiano è descritta da Pio XII (Discorso all’Azione Cattolica Italiana, 12 ottobre 1952): «Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell’unità nell’organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l’autorità; talvolta l’autorità senza la libertà. E’ un ‘nemico’ divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo a additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un’economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il ‘nemico’ si è adoperato e si adopera perché Cristo sia un estraneo nelle università, nella scuola, nella famiglia, nell’amministrazione della giustizia, nell’attività legislativa, nel consesso delle nazioni, là ove si determina la pace o la guerra. Esso sta corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che uccidono il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l’amore fra gli sposi; inculca un nazionalismo che conduce alla guerra».
Pio XII vedeva, già allora, il processo così avanzato da ritenere vano «di andargli incontro per fermarlo e impedirgli di seminare la rovina e la morte», ma che si doveva «vigilare... affinché il lupo non finisca col penetrare nell’ovile per rapire e disperdere il gregge».
Dopo la sua morte (1958), però, tale spirito, che è il ribelle di sempre in veste modernista, occupò i vertici vaticani ed impose la sua riforma.
Ecco cos’era l’aggiornamento dell’ordine cristiano per l’apertura alla modernità: l’idea gnostica e massonica che il pensiero cattolico, ribadito dai Papi, rifiuta come perversa, ma i pastori conciliari prediligono.
Il pastore idolo di questa rivoluzione è additato nella frase dello scrittore Louis Veuillot: «Quando l’insolenza dell’uomo, ostinatamente respinge Dio, Dio alla fine dice all’uomo: - sia fatta la tua volontà! E l’ultimo flagello si scatena: non è più la fame, la guerra, la peste... è l’uomo! E quando l’uomo è consegnato all’uomo si può capire quel che significa la Collera di Dio!».
Si tratta dell’uomo elevato «con ogni genere di prodigi menzogneri, con ogni sorta di falsità, di ingiustizia; dallo spirito del non serviam a gran maestro dell’umanità. Non siamo forse a questo flagello terminale?».
Potrebbe il segreto di Fatima essere alieno da ciò se nella sua visione c’è proprio l’eccidio del Papa?
Il fatto certo è che dopo tutte queste visioni profetiche del disastro spirituale che oggi viviamo, con la morte di Pio XII venne eletto Giovanni XXIII, che invitava gli uomini a guardare la luna e a prendere le distanze dai profeti di disgrazie.
Le visioni profetiche dei Papi e della Madonna di Fatima furono di colpo stroncate a favore di nuove «ispirazioni» conciliari.
Le «persecuzioni» di un fumoso progressismo
Che cosa si può pensare di un progressismo portatore di messaggi che versano su pace e progresso mentre quelli di La Salette e di Fatima, versano sulla rovina della cristianità e del Papato?
Mentre la Madonna annunciò per i nostri tempi una «crisi spaventosa della Chiesa» i pastori conciliari annunciavano una nuova pentecoste.
La loro visione implicava quindi un’idea persecutoria in seguito alla storica apertura... e Roma... divenne allora la sede dell’Anticristo?
Con Giovanni XXIII la Chiesa fu aperta agli adepti della religione dell’uomo che si fa Dio.
E così, in breve tempo il Vaticano II ha effettuato quest’apertura deleteria nella stessa dottrina in nome dei concetti modernisti di libertà e dignità umane.
Quanto il Magistero condannava era approvato dal Vaticano II con la sua dichiarazione «Dignitatis humanae».
Essa proclamava di fronte a Dio il diritto alla libertà religiosa, ossia il «diritto» di liberarsi di quanto Dio stesso aveva rivelato e istituito, la stessa Chiesa e il Papato!
Allora si spiega anche la ragione dell’eccidio virtuale del Papa cattolico col suo seguito fedele: la rapina dell’ambita chiave con cui aprire il mondo moderno ad ogni libertà, dato che la libertà religiosa è a capo di tutte le altre.
Prima si è parlato di fede e delle ragioni che la legano in modo vitale alla vita civile e perciò alla storia.
Poiché quell’esegesi apocalittica riguarda pure le conseguenze di un «governo della Chiesa» successivo alla visione dell’eccidio papale, essa non può che indicare le aperture avverse alla missione assegnata da Dio alla Sua Chiesa.
A questo punto è chiara la ragione per cui Chi ha suscitato questa fede negli uomini decaduti la «deve» pure difendere nella misura in cui tale decadenza abissale colpisce in ambito mondiale le nazioni cattoliche dopo aver colpito a fondo la Sua Chiesa.
Ma anche questa difesa è motivo di nuovi attacchi d’ordine preternaturale con l’apparizionismo.
Medjugorje aggiornata alle ondate conciliari
La vera lotta sarebbe, quindi, tra «pensieri», per cui le «apparizioni» sono date e riconoscibili come autentiche seguendo un preciso e sano pensiero da accogliere col cuore, ma sviluppare con la mente.
Esse devono essere fedeli nella dottrina, opportune e continue nel loro tempo, fertili nei loro frutti.
Naturalmente il pensiero contrario cercherà di ridicolizzare le vere apparizioni, con eventi nutriti da un apparizionismo insensato, dimentico dell’insegnamento essenziale per la difesa della fede, come sia la lezione di San Paolo ai Tessalonicesi sull’angelo dell’abisso che non risparmia portenti per ingannare tutti.
«La manifestazione dell’Iniquo avviene per opera di Satana, con ogni genere di potenza, con miracoli e prodigi di menzogna, con tutte le seduzioni dell’iniquità per quanti si perdono» ...
«Ecco perché Dio manda ad essi un’operazione di errore, perché credano alla menzogna e siano condannati quanti non hanno accolto con amore la verità per salvarsi, ma si sono compiaciuti dell’iniquità». (II Tessalonicesi)
Molti si lasciano ingannare, anche buoni cattolici: vedono nel fermento ecumenista una rinascita della fede cristiana.
I messaggi di Medjugorje incidono in questa direzione: tutte le religioni sono buone, sono gli uomini a dividersi.
Inoltre, ha assecondato il culto personale di Giovanni Paolo II; bastano questi due segni per capire che tale parole non sono del cielo, ma nutrono errori umani, contribuendo così alla lettura di un falso apocalisse elaborato dall’uomo, nutrito da un apparizionismo seduttore.
Esso è pericolosamente deviante nella stessa misura in cui si adegua alle ondate correnti perfino di catastrofismo.
Come riconoscerlo?
Perché esso versa su quanto conviene: la pace mentre infuria ogni persecuzione contro la fede.
Poi perché menziona pericoli che sono all’orizzonte per la fede, mentre questi hanno già devastato la fede da decenni.
E’ dunque a servizio dei falsi cristi e dei profeti ecumenisti che appiattiscono Fatima.
Esso avversa le apparizioni vere, ma esalta la soluzione delle nuove pentecosti, come se fosse possibile ben interpretare le bestemmie contro lo Spirito Santo.
In tal senso l’apparizionismo carismatico è per i novatori una «provvidenziale copertura mistica» per un nuovo mondo sotto l’arcobaleno.
Ad ogni modo, le visioni della Madonna che lacrima, perfino sangue è tutt’altro messaggio e non si capisce come chi è portato a crederci non tragga dalla visione del sangue la realtà dell’estrema rovina a cui l’umanità e la Chiesa con i suoi figli vanno incontro.
Su questo nessuno potrebbe contraddirli.
Nemmeno si può negare che il Signore può ottenere frutti anche dal male, poiché anche il sentimento, che ignora messaggi astrusi, può condurre alla conversione al vero.
Gesù ha vinto il mondo (Giovanni 16, 33).
La Parola va custodita con cura estrema e senza fare accezione di persone.
Essa racchiude il bene umano e perciò il vero ordine e la vera autorità per la vita personale e sociale in terra.
Il pensiero cattolico, avendo stabilito il rapporto causa-effetto tra la Parola divina e il bene sociale, ha sempre affrontato i falsari della dottrina come nemici dell’umanità.
Perciò va sempre ricordato che in tutto il Vangelo c’è l’avvertimento contro la persecuzione finale: «nessuno vi inganni, perché verranno i falsi cristi e i falsi profeti».
Ma e se fosse un angelo o un vescovo con la chiave?
«Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!» (Galati 1, 8).
«L’angelo che cavalca il turbine e guida la tempesta», va riconosciuto dai suoi frutti d’inganno.
L’angelo, cioè il vescovo con la chiave, si presenta come profeta della pace e della evoluzione umana; sa che il mezzo più efficace per sedurre il pensiero umano è appellarsi al suo patrimonio spirituale.
Così, fallito il tentativo fatto con la rivoluzione violenta, il nemico suscita chi parla come l’agnello (Apl 13, 11-12); si tratta di un adattamento del cristianesimo ad una «cultura» del mondo che si appella alle scienze e fa a meno dei dogmi.
Ecco il risultato del continuo tentativo dei poteri del mondo di fagocitare la cristianità, descritto nell’Apocalisse (12, 3-4).
E la «pastorale» del Vaticano II ha favorito questo adattamento.
Prima o poi, però, essa sarà sradicata e distrutta e tutto sarà restaurato in Cristo con la mediazione del Cuore Immacolato di Maria.
Sull’Immacolata San Pio X insegnò: «In mezzo a questo quasi diluvio di mali, ci si presenta dinanzi agli occhi, a guisa di iride, la Vergine clementissima, quasi arbitra di pace tra Dio e gli uomini - Porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà segno del patto tra me e la terra. Imperversi pure la procella e s’infoschi il cielo: nessuno però si sgomenti. Alla vista di Maria, Dio si placherà e perdonerà. [...] Credano i popoli e confessino apertamente che Maria Vergine, fin dal primo istante della sua concezione, fu esente da ogni macchia; con ciò stesso è necessario ammettere anche il peccato originale, e la redenzione degli uomini per opera di Cristo, il Vangelo, la Chiesa, e perfino la legge stessa del dolore: con le quali cose, quanto sa di ‘razionalismo’ e di ‘materialismo’ verrà sradicato e distrutto, e rimane alla dottrina cristiana il merito di custodire e difendere la verità...» (Enciclica «Ad diem illum laetissimum», 2 febbraio1904).
Di fronte alla realtà dimostrata delle «profezie di disgrazia» dei Papi, ecco la profezia di ventura per il cui compimento freme tutto il mondo degli uomini di buona volontà.
Daniele Arai
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