mercoledì 29 agosto 2007

"Moschea, a noi il terreno"

pubblicato sul sito dell'Espresso

Maxi colletta per offrire a Palazzo d´Accursio un euro in più del valore stimato.
Al posto del tempio vorrebbero un grande parco

"Moschea, a noi il terreno"

Silvia Bignami
Un cartello di residenti vuole acquistare l´area al Caab
"Quella zona vale otto milioni, il Comune la valuta uno e mezzo. Per noi è un affare prenderla"
Sono pronti a tutto per impedire la costruzione della moschea nell´area ex-Caab. Anche a mettercene di tasca propria e ad acquistare i 52mila metri quadri di terreno, di cui solo 6mila edificabili, che il Comune ha ceduto in permuta al Centro di cultura Islamica. Loro sono un cartello di residenti confinanti con l´area dove dovrebbe sorgere il nuovo minareto con annessa cittadella islamica. Dieci, dodici persone per ora - «ma i soldi li abbiamo», assicurano - pronti a fare una maxi-colletta per offrire al Comune un euro in più del valore stimato da Palazzo D´Accursio per il terreno: 1 milione e mezzo di euro. Per farci cosa? «Un grande parco pubblico, per esempio. O, se verrà modificato il prg che destina quel terreno a insediamento agricolo, anche edifici negozi». Il tutto con la benedizione della Lega Nord, promotrice del referendum anti-moschea. «Appoggiamo in pieno l´iniziativa - esulta il presidente federale e segretario del Carroccio in Emilia Angelo Alessandri - e magari potremmo coinvolgere anche la Chiesa».
Una sfida, insomma, a metà tra provocazione e business. Un´idea «molto seria», garantiscono i «confinanti». Ieri il capofila della cordata, Gregorio Matteucci, ha formalizzato la proposta davanti al comitato dei garanti, che entro 30 giorni dovrò decidere sull´ammissibilità del quesito referendario contro il progetto-moschea. «Quel terreno - spiega Matteucci - vale 8 milioni di euro. Mentre il Comune lo ha valutato solo 1 milione e mezzo». A questo prezzo «è un affare comprarlo, e ci mettiamo in lizza anche noi. Così si vedrà se si voleva fare un favore agli islamici oppure no». Una proposta tanto seria che il comitato si dice pronto a inserirla anche in una eventuale riformulazione del quesito, «se i garanti ce la chiederanno».
Una boutade di cui comunque va verificata la fattibilità. «Non voglio nemmeno commentare» risponde gelido l´assessore all´urbanistica Virginio Merola. Secondo i tecnici comunali infatti il valore del terreno è stato dimezzato in quanto l´area è destinata ad attrezzatura religiosa. Un punto che però i residenti contestano: «L´Ucoii non è un ente religioso. E la moschea occuperebbe solo 1000 dei 6mila metri quadrati di terreno. Il resto sarebbero strutture come scuole, piscine, centri di accoglienza». Plaude la Lega Nord: «Diciamo sì a questa ipotesi - conferma il deputato Gianluca Pini - anche se la metteremo in campo solo se non passa il quesito referendario».
Va avanti infatti la discussione sul referendum. Ieri i garanti hanno sentito le ragioni del comitato. Le conclusioni, con la memoria difensiva del Comune, arriveranno il 12 settembre, mentre il verdetto è atteso entro il 27. Intanto comincia la campagna informativa, con 16mila volantini della Lega Antidiffamazione Cristiana che stanno per piovere su San Donato. E si muovono anche gli imprenditori. Ambienti vicini a Confesercenti, che ha sede proprio nell´area ex-Caab, parlano di «viva preoccupazione» per l´insediamento della nuova moschea. Il presidente Sergio Ferrari ha avviato nell´ultimo mese consultazioni con aziende e imprese della zona: «Diremo la nostra il 6 settembre, all´incontro in quartiere con l´assessore Merola».

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