sabato 8 settembre 2007

Confesercenti: no alla moschea e il pubblico fischia Merola

pubblicato su Repubblica del 7 settembre 2007

Confesercenti: no alla moschea
E il pubblico fischia Merola

di Silvia Bignami
Assemblea tesa e blindata al Pilastro. Esposto uno striscione: "Italia terra cristiana"
«Questa è una terra cristiana» lo slogan urlato in sala. Serata tesa - e blindata - ieri al circolo "La Fattoria" per il primo incontro pubblico sulla costruzione della nuova moschea nell´area Caab. All´esterno cordone di polizia con un cellulare, una macchina blindata e sei agenti della Digos in borghese.

All´interno interruzioni continue, fischi, sfotto´ per l´assessore all´Urbanistica Virginio Merola. E la bocciatura del progetto da parte di Confesercenti e di una cordata di quaranta aziende con sede in zona. Molti i cittadini, presenti anche alcuni imprenditori che nei giorni scorsi hanno lanciato la loro "offerta di acquisto" sui 52mila metri quadrati di terreno ceduto in permuta dal Comune al Centro di cultura islamica.

Al tavolo dell´incontro oltre all´assessore c´era il presidente del quartiere Riccardo Malagoli, il vicepresidente del Centro di cultura islamica Daniele Parracino e anche padre Garruti, direttore del Centro San Domenico. «Abbiamo chiamato padre Garruti - spiega Malagoli - perché vorremmo aprire un dialogo fra le religioni».

Ma la platea non ci sta. Non appena prende la parola, l´assessore Merola è sommerso da fischi e proteste. Urla che gli consentono a fatica di terminare il discorso. A poco vale l´invito di Malagoli a mantenere un «comportamento democratico». «Noi non vogliamo la moschea, siete voi politici che ci fate diventare razzisti» le grida. E quando padre Garruti inizia a parlare, la Lega anti-diffamazione cristiana espone uno striscione: "Italia terra cristiana, mai musulmana". Applausi invece per i consiglieri comunali di Forza Italia Daniele Carella e Lorenzo Tomassini.

Una sonora bocciatura del progetto comunale arriva anche da Sergio Ferrari, presidente di Confesercenti, che ha la sede in via del Commercio associato, a due passi da dove dovrebbe sorgere il nuovo minareto: «Abbiamo chiesto al Comune insieme ad altre quaranta aziende della zona confinante con il Caab di fornirci una mappa delle aree dove è possibile costruire la nuova moschea». Altrove, quindi, ma non al Caab, perché «questo stravolgerebbe l´assetto urbanistico della zona trasformandolo in una faraonica cittadella islamica. Siamo certi che il Comune disponga di altre aree di mille metri quadri. Seimila metri sono troppi per gli islamici». Non è dello stesso avviso Merola: «Seimila metri? Non è una cittadella, è una semplice parrocchia. C´è un problema di conoscenza. Quando c´è paura la prima cosa da fare è cercare di conoscere l´altro e questa sera siamo qui per questo». Ma le posizioni restano distanti.

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