domenica 2 settembre 2007

I CITTADINI BOLOGNESI UMILIATI DALLA GIUNTA COFFERATI

pubblicato su Lisistrata

I CITTADINI BOLOGNESI UMILIATI DALLA GIUNTA COFFERATI
Pubblicato il 01/09/07 alle 14:37:42 CET da Admin
I CITTADINI BOLOGNESI SONO CONTINUAMENTE UMILIATI DALLA GIUNTA COFFERATI E SOPRATTUTTO DALL’ASSESSORE VIRGINIO MEROLA, CHE LI TRATTA GIA’ DA DHIMMI PERCHE’ PROPINA LORO FALSITA’ POICHE’ LA SUA ARROGANZA E’ TALE DA PERMETTERSELO. CON QUESTO ARTICOLO VE LO DIMOSTRERO’

Leggete l’articolo pubblicati su La Repubblica, per scoprire cosa sono stati costretti a fare i cittadini bolognesi per difendersi dall’invasione degli islamici che vogliono costruire una enclave islamica dentro la città. Altro che moschea e destinazione religiosa, i progetti e i contratti firmati con la giunta comunale e con Cofferati dichiarano esplicitamente che sull’area ci saranno una serie di altre strutture tutte costruite e utilizzate alla maniera islamica, dalla nascita alla morte, e all’interno di questo spazio temporale tutto quanto serve per vivere: asili, scuole, centri sportivi, ambulatori medici e di ricerca, alimentari, macellerie, convitti con alloggi e persino un centro d’accoglienza per immigrati irregolari, il tutto affidato alle abili mani dei degni rappresentanti dell’islam integralista: l’ucoii.

Se questo è il multiculturalismo che i comunisti di casa nostra immaginano, significa che ancora dalla storia non hanno imparato nulla, perché quello che si costruirà a Bologna, su offerta specifica dell’assessore Virginio Merola, sarà un’enclave in cui dominerà la teocrazia sunnita e costituirà -neanche tanto lontano nel tempo- una extraterritorialità nella quale gli italiani e soprattutto la legge italiana non avrà alcun diritto d’asilo e non si applicherà altro che le leggi che dominano la religione islamica, facendo finta di dimenticare che non è una semplice religione, ma un progetto politico ben preciso che annulla il valore di ogni altra legislazione al mondo.

-E secondo Merola e Cofferati, noi dovremmo osservare in religioso silenzio, le prepotenze perpetrate contro le donne da parte della comunità islamica, che all’interno di questa enclave verrà assoggettata ai costumi islamici, che la relegano ai gradini più bassi della scala sociale, umiliandola e rendendola schiava di regole degne di uomini barbari e primitivi, proprio come accade nell’Arabia Saudita a cui l’UCOII fa riferimento e da cui è sovvenzionata?
-Magari dobbiamo anche assistere in silenzio alle infibulazioni delle bambine provenienti dai paesi islamici in cui è in uso questa barbara usanza?
-Accettare che gli animali vengano macellati e conservati all’islamica, in barba alle leggi a cui tutti gli italiani debbono sottostare?
-Dobbiamo lasciare che i nostri figli subiscano l’obbligo della conversione per un matrimonio con un islamico perché null’altro è da loro accettabile, pena la condanna a morte per apostasia?
-Dobbiamo attendere le prime lapidazioni elargite con molta generosità alle adultere?
-Dovremo godere anche noi come i pornografi travestiti da moralisti che fustigano, impiccano, decapitano in pubblico i gay i convertiti ad altra religione, le ragazze che vogliono vivere e lavorare come le italiane, per capire la tragedia che si sta consumando sul nostro suolo?

Ma se ci suicidiamo, come fanno alcune sette fanatiche, tutti insieme in una bell’orgia di morte, non facciamo forse prima e soffriamo anche meno?
Pensate che meraviglia un sacrificio umano, tributo ad allah, vuoi mai che troviamo un angolino di paradiso islamico ove fare da schiavi a questi arroganti invasori della cultura e della terra altrui, con il beneplacito dei comunisti nostrani?

Leggendo però le dichiarazioni dell’assessore e degli islamici pubblicate su Repubblica si nota una vera vergogna, perpetrata dalla Giunta Cofferati ai danni della città di Bologna, dei cittadini Bolognesi e dell’Italia intera. Infatti, sono loro stessi a dichiarare che quel terreno vale 8 volte quando è stato stabilito in gran segreto fra la giunta Cofferati e la comunità islamica.

Non possiamo perciò non domandarci: in virtù di quale particolare merito si debbano regalare così tanti valori economici ad una comunità aliena alla società italiana, che invece di integrarsi pretende addirittura di rinchiudersi in un territorio, ove verrà applicata la sharjia, cioè la legge islamica che cancella i diritti umani e che impedirà di fatto ogni possibilità d’azione agli italiani e alle autorità italiane?

E perché i bolognesi non dovrebbero esercitare quello che è un loro inalienabile diritto e che vale in ogni parte del mondo:
la prelazione su un territorio confinante o comunque sul quale si ha già un rapporto e chi ce l’ha questo rapporto?
Gli islamici che rifiutano la nostra cultura e che ci iniettano la loro, sotto forma di allucinogeno per impedirci di vedere la verità, come se fosse la cosa più normale e giusta del mondo o i bolognesi che abitano quella terra da migliaia anni?

Adriana Bolchini Gaigher


"Contro la nostra moschea soltanto una speculazione" di Silvia Bignami su La Repubblica http://bologna.repubblica.it/stampa-articolo/1359651 1/9/07

Ieri il Centro di cultura islamica ha incontrato Merola «Una proposta strumentale, una speculazione». Così il Centro di Cultura Islamica, che ha ottenuto dal Comune 52mila metri quadri di terreno in zona Caab per costruirci la nuova Moschea, bolla l’ipotesi di acquisto della stessa area da parte di un gruppo di imprenditori e residenti della zona. Anche perché, aggiunge Andrea Merighi, portavoce della comunità che ieri mattina ha incontrato l´assessore Virginio Merola a Palazzo D’Accursio, «in quell´area ci sono ben 500mila metri quadri di zona di espansione, del tutto edificabile. Se queste persone vogliono acquistare terreni, possono fare una offerta su quelli».
Un punto su cui batte anche il presidente del quartiere San Donato Riccardo Malagoli: «La cordata di imprenditori? Vogliono fare un affare. Quella è la zona di espansione più ricca di tutto il Psc. E´ singolare che vogliano proprio quel pezzo di terreno destinato alla moschea».

Non vuole fare polemica, la comunità musulmana, e mantiene il profilo basso. «Il Comune ci ha dato quel terreno in permuta stimandolo 1 milione e mezzo di euro perché si tratta di terreno agricolo con destinazione d’uso religiosa. Se però i cittadini della zona offrono 8 milioni di euro, il valore di mercato, allora consiglio al Comune di accettare.

Noi faremo la Moschea in via Felsina, o dove abbiamo altri terreni» spiega Merighi.

Ieri, nel colloquio privato con Merola si è parlato soprattutto dell´incontro del 6 settembre tra quartiere, Comune e centro islamico con la cittadinanza, al centro sociale La Fattoria.
«Sarà l´occasione per parlare di quello che vogliamo costruire in quell´area». Di scritto ancora non c´è nulla. «Verrà presentato solo una volta che la permuta con il Comune sarà conclusa. Ora come ora non abbiamo deciso nulla su quello che faremo in quell’area oltre la Moschea».

Ora, per evitare di essere presi per il naso e scoprire la falsità della giunta comunista bolognese, leggetevi alcuni stralci degli atti che sono stati controfirmati dalle parti:


Ecco che si vede chiaramente che la struttura non sarà costituita semplicemente da un luogo di culto, ma, precisa il contratto "anche da un luogo di culto," perché nell’area sono previste queste costruzioni e iniziative tali da chiudere al suo interno le persone dalla nascita alla morte, separandole di fatto, il che è gravissimo, dalla comunità italiana, impedendo così agli islamici di integrarsi con gli italiani e agli italiani di interagire con gli islamici.
Questo è separatismo ed è vergognoso che una giunta comunista lo favorisca. Siamo tornati ai tempi all’apartheid sudafricana forse? E’ una guerra civile quella che vogliono scatenare? O semplicemente vogliono che restiamo schiacciati sotto le prepotenze di giunte ladre dei nostri diritti?

Per ennesima furbata, le attrezzature anche se servono allo sport o a macellare le pecore, vengono classificate come attrezzature religiose, semplicemente vantandone la proprietà, come dire che se la chiesa cattolica possiede una piscina, o ha comperato i tavoli per la fondazione S. Francesco ove mangiano i poveri, questi vengono equiparati alla chiesa, cioè al luogo del culto. E’ un’assurdità, un concetto spaventoso, che introduce di fatto anche in Italia il progetto teocratico che domina nei paesi islamici e non rispetta la Costituzione italiana che è laica e distingue la politica dalla religione.
Infatti in altri punti del “contratto” si prevede che in relazione al culto si possa utilizzare la lingua araba e cioè dappertutto, con questa premessa vergognosa, vedete qua sotto il punto esatto:


Ora leggete i prossimi pezzi del “famigerato contratto” per scoprire come violare allegramente la Costituzione, fingendo di osservarla, per esempio rivendicare il diritto di fare proselitismo, quando non lo si riconosce agli altri e non si rispetta la reciprocità, dichiarare che il luogo ha libero accesso, ma con eccezione religiosa, (ricordate l’attrezzatura che estende il concetto religioso?) quindi nessun tipo di libero accesso agli italiani:



Credo che a questo punto possa bastare, anche se di cose invereconde ce ne sono altre, ma chiudiamo qui con una chicca che solo certe menti malate di protagonismo e che sono affette dalla sindrome del padreterno, possono partorire. Ebbene sapete chi vigilerà su tutto questo? Ma è facile da rispondere, saranno loro stessi i garanti della propria integrità, morale, sociale, culturale, ideologica, economica, (eppure ci sarebbe ben altro da dire sul grave furto alla città) e così possiamo tutti dormire sonni tranquilli, con buona pace dei suonatori.

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