Moschea, il Comune ci ripensa: ci sono altri terreni
pubblicato su Repubblica del 10-09-07
Moschea, il Comune ci ripensa: ci sono altri terreni
di Silvia Bignami
Dopo la contestazione al Pilastro ci potrebbe essere una svolta, ma gli islamici frenano. Parracino del centro islamico: così salta l´accordo di permuta. Padre Garuti: se fossi musulmano li avrei denunciati. Alla Fattoria identificate dalla polizia alcune persone
Una collocazione alternativa per la moschea che dovrebbe sorgere in zona Caab, su un´area di 52 mila metri quadri, di cui 6 mila edificabili. È la parziale apertura, dopo l´assemblea infuocata di giovedì sera al circolo La Fattoria, dove l´assessore Virgionio Merola alla fine ha dichiarato: «Siamo pronti a ripensarci». Il presidente del quartiere San Donato, Riccardo Malagoli, dice che «si farà una ricognizione di tutte le aree» disponibili per il luogo di culto. I toni della protesta hanno provocato lo sdegno di padre Paolo Garuti, direttore del centro San Domenico, che ha dichiarato: «se fossi stato musulmano, li avrei denunciati». Toni definiti "antipatici" anche dalla vice sindaco, Adriana Scaramuzzino. Intanto la Curia rilancia l´attività del museo della Madonna di San Luca, dopo contestazioni e mostre "blasfeme".
Retromarcia parziale, timida ma indicativa. Dopo la contestazione alla Fattoria, il Comune è pronto a rivedere il progetto della nuova moschea al Caab. Tornano in discussione luogo e dimensioni. Ma il centro di cultura islamica con ci sta. «Noi - spiega il vice presidente Daniele Parracino - a Villa Pallavicini, dove abbiamo l´attuale moschea, disponiamo già di circa 4mila metri quadri. Avevamo bisogno di allargarci. Se il Comune ce ne dà solo mille non se ne fa nulla». L´assemblea infuocata di giovedì sera al San Donato fa cambiare orientamento alla giunta sulla permuta da 52 mila metri quadrati al centro della querelle sulla moschea. Sia l´assessore Virginio Merola che il presidente del San Donato Riccardo Malagoli lanciano messaggi distensivi per rassicurare i residenti. E aprono alla proposta di Confesercenti di fare una mappatura dei terreni disponibili per un progetto di moschea a basso impatto.
«Faremo una ricognizione di tutte le aree» dice Malagoli, sentito Merola. «L´amministrazione non ha ancora deciso nulla. Quella della permuta è solo la proposta del Comune. Dalla discussione con i cittadini uscirà la proposta della città, che potrebbe anche essere diversa» aggiunge Malagoli. Ad esempio, «si possono riprendere in considerazione gli altri 480mila metri quadri di terreno disponibile in San Donato». E magari offrire un´area più piccola al centro islamico. Anche se l´ex Prc nega che l´amministrazione abbia cambiato idea o subìto il pressing di residenti arrabbiati: «E´ evidente che nella platea della Fattoria c´erano molti esponenti della Lega, e che c´è stata una strumentalizzazione. Il Comune non ha interesse a dialogare su questo livello ideologico, mentre è aperto a valutare insieme ai cittadini la sistemazione logistica del nuovo minareto». Durante la contestazione la Digos ha identificato alcune persone, tra cui un esponente leghista che lasciava la sala con lo striscione: «Italia cristiana, mai musulmana».
La vicesindaco Adriana Scaramuzzino: «Certo che il Comune vuole dialogare. Quello che non si può discutere è il diritto dei musulmani ad avere un luogo di culto». Riferendosi però alle aggressioni rivolte dalla platea della Fattoria a padre Paolo Garuti, del centro San Domenico, la vicesindaco è dura: «I toni della discussione alla Fattoria sono stati molto antipatici, soprattutto nei confronti di un uomo non solo di fede, ma anche di cultura, che ha vissuto per anni a Gerusalemme». Il Comune si prende una pausa di riflessione. E di discussione. Lo aveva detto, al termine dell´incontro alla Fattoria, anche lo stesso Merola: «Siamo pronti a ripensarci, se ci saranno fornite argomentazioni convincenti». A partire da quelle del presidente di Confesercenti Sergio Ferrari, che giovedì sera parlando a nome di quaranta aziende della zona aveva chiesto all´amministrazione di "ripartire da zero".
E ieri Ferrari ha rincarato la dose: «Confesercenti ha la sede proprio vicino ai 52mila metri quadri che l´amministrazione vuole cedere in permuta agli islamici. E´ stato uno shock sapere che il Comune voleva costruirci di fronte una moschea». La preoccupazione è soprattutto economica: «Ci sarebbe una perdita ingente del valore degli immobili, se il Pilastro venisse identificato come "il luogo dove c´è la moschea". Un peccato, proprio ora che l´area si è riqualificata». Piuttosto, suggerisce Ferrari, «si potrebbe usare quel terreno per un parco pubblico, e per delle abitazioni». E la moschea? «Il Comune ha altri terreni, meno grandi e meno impattanti. Anche in zone più centrali, non è escluso nulla».
Preoccupati dal pressing sul municipio i vertici del centro di cultura islamica. «Noi siamo disponibili a parlare di altre soluzioni, ma nel rispetto delle nostre esigenze» spiega Parracino. «Al Savena abbiamo già circa 4mila metri quadri di terreno, ma abbiamo bisogno di più spazio per auto e parcheggi, quindi abbiamo chiesto la permuta al Comune. Non possiamo andare su un terreno più piccolo». Gli islamici mantengono la calma. Ed esprimono la loro solidarietà a padre Garuti: «Le aggressioni verbali che lo hanno costretto ad andarsene sono segno di grave inciviltà».
Retromarcia parziale, timida ma indicativa. Dopo la contestazione alla Fattoria, il Comune è pronto a rivedere il progetto della nuova moschea al Caab. Tornano in discussione luogo e dimensioni. Ma il centro di cultura islamica con ci sta. «Noi - spiega il vice presidente Daniele Parracino - a Villa Pallavicini, dove abbiamo l´attuale moschea, disponiamo già di circa 4mila metri quadri. Avevamo bisogno di allargarci. Se il Comune ce ne dà solo mille non se ne fa nulla». L´assemblea infuocata di giovedì sera al San Donato fa cambiare orientamento alla giunta sulla permuta da 52 mila metri quadrati al centro della querelle sulla moschea. Sia l´assessore Virginio Merola che il presidente del San Donato Riccardo Malagoli lanciano messaggi distensivi per rassicurare i residenti. E aprono alla proposta di Confesercenti di fare una mappatura dei terreni disponibili per un progetto di moschea a basso impatto.
«Faremo una ricognizione di tutte le aree» dice Malagoli, sentito Merola. «L´amministrazione non ha ancora deciso nulla. Quella della permuta è solo la proposta del Comune. Dalla discussione con i cittadini uscirà la proposta della città, che potrebbe anche essere diversa» aggiunge Malagoli. Ad esempio, «si possono riprendere in considerazione gli altri 480mila metri quadri di terreno disponibile in San Donato». E magari offrire un´area più piccola al centro islamico. Anche se l´ex Prc nega che l´amministrazione abbia cambiato idea o subìto il pressing di residenti arrabbiati: «E´ evidente che nella platea della Fattoria c´erano molti esponenti della Lega, e che c´è stata una strumentalizzazione. Il Comune non ha interesse a dialogare su questo livello ideologico, mentre è aperto a valutare insieme ai cittadini la sistemazione logistica del nuovo minareto». Durante la contestazione la Digos ha identificato alcune persone, tra cui un esponente leghista che lasciava la sala con lo striscione: «Italia cristiana, mai musulmana».
La vicesindaco Adriana Scaramuzzino: «Certo che il Comune vuole dialogare. Quello che non si può discutere è il diritto dei musulmani ad avere un luogo di culto». Riferendosi però alle aggressioni rivolte dalla platea della Fattoria a padre Paolo Garuti, del centro San Domenico, la vicesindaco è dura: «I toni della discussione alla Fattoria sono stati molto antipatici, soprattutto nei confronti di un uomo non solo di fede, ma anche di cultura, che ha vissuto per anni a Gerusalemme». Il Comune si prende una pausa di riflessione. E di discussione. Lo aveva detto, al termine dell´incontro alla Fattoria, anche lo stesso Merola: «Siamo pronti a ripensarci, se ci saranno fornite argomentazioni convincenti». A partire da quelle del presidente di Confesercenti Sergio Ferrari, che giovedì sera parlando a nome di quaranta aziende della zona aveva chiesto all´amministrazione di "ripartire da zero".
E ieri Ferrari ha rincarato la dose: «Confesercenti ha la sede proprio vicino ai 52mila metri quadri che l´amministrazione vuole cedere in permuta agli islamici. E´ stato uno shock sapere che il Comune voleva costruirci di fronte una moschea». La preoccupazione è soprattutto economica: «Ci sarebbe una perdita ingente del valore degli immobili, se il Pilastro venisse identificato come "il luogo dove c´è la moschea". Un peccato, proprio ora che l´area si è riqualificata». Piuttosto, suggerisce Ferrari, «si potrebbe usare quel terreno per un parco pubblico, e per delle abitazioni». E la moschea? «Il Comune ha altri terreni, meno grandi e meno impattanti. Anche in zone più centrali, non è escluso nulla».
Preoccupati dal pressing sul municipio i vertici del centro di cultura islamica. «Noi siamo disponibili a parlare di altre soluzioni, ma nel rispetto delle nostre esigenze» spiega Parracino. «Al Savena abbiamo già circa 4mila metri quadri di terreno, ma abbiamo bisogno di più spazio per auto e parcheggi, quindi abbiamo chiesto la permuta al Comune. Non possiamo andare su un terreno più piccolo». Gli islamici mantengono la calma. Ed esprimono la loro solidarietà a padre Garuti: «Le aggressioni verbali che lo hanno costretto ad andarsene sono segno di grave inciviltà».
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