sabato 8 settembre 2007

Lettera aperta al Cardinal Carlo Caffarra

riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera, vista la completa censura dei media (giornali e televisioni) contro chi protesta nei confronti della costruzione della moschea.


Alla c.a.

Eminenza Reverendissima

Cardinal Caffarra

e p.c.

Priore Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani) – Bologna

Congregazione per difesa della fede

Congregazione del clero

Eminenza Reverendissima,

le scriviamo a proposito delle abberranti dichiarazioni di Padre Garuti direttore del Centro Culturale San Domenico di Bologna, riportate sul Resto del Carlino del 7-09-07 (che alleghiamo) in cui taccia di razzismo allo stato puro chi si sta opponendo alla costruzione dei 52000 metri quadri di un’enclave musulmana a Bologna.

Cercheremo di andare con ordine e di essere sintetici anche se le cose che vogliamo dire sono molteplici.

E’ giunto il tempo che anche noi laici imbracciamo la falce (=penna) descritta da San Giovanni nell’Apocalisse, per combattere questi traditori e apostati della fede cristiana, penna (spada) che contraddistinse anche il grandissimo San Paolo.

“Non si può dire: i musulmani vogliono ucciderci.”, ma ci scusi eminenza, tutta la storia d’Italia e del cristianesimo è costellata da questo tentativo di uccidere i primogeniti che siamo noi cristiani. Fin dal concepimento di Ismaele, Agar tenta di estromettere Sara, e lei ben sa dalle parole di San Paolo che noi siamo i discendenti di Giacobbe, figlio dell’Amore tra Abramo e Sara. L’Islam, sorto in seno ai discendenti di Agar, ha cercato in più maniere di cancellarci: le continue incursioni dei corsari musulmani che hanno depredato per secoli le nostre coste, arrivando, con le truppe musulmane fino alle porte di Roma, valorosamente difesa dalle mura Leonine e dai difensori olandesi. Quanto dolore ciò ha generato: deportazioni di donne e bambini, uccisioni di vecchi e uccisione o riduzione in schiavitù degli uomini. Pensi solo al sacco di Costantinopoli del 1453. Pensi alle razzie che i musulmani perpretavano di fronte alle chiese dei cristiani nei loro territori, durante le feste soprattutto quella di Pasqua per accapparrarsi donne e giovinetti da dedicare ai loro vizi o alle loro truppe (i tristemente famosi giannizzeri). Potremmo se vuole riempire pagine e pagine ma preferiamo fermare qui il dolore per tali fatti. E’ questo lo scenario che vuole il suo ecclesiastico?

E’ di questi ultimi tempi la bellissima notizia dell’avvenuta canonizzazione (con 427 anni di ritardo!!!) degli ottocento martiri di Otranto. Essi si rifiutarono di rinnegare il cristianesimo, pur di fronte alla minaccia delle armi, e furono tutti decapitati, alla faccia della tolleranza dell’islam proclamata da Padre Garuti. Ma probabilmente l’ecclesiastico è della stessa pasta di quello che a Otranto pur di non perdere la propria vita, passò dalla parte dei Turchi, come inteprete, incitando all’apostasia i suoi concittadini. Ma come ben sa, Eminenza, il diavolo (che indossa tanto ben volentieri le tonache e i clergyman ecclesiastici) fa le pentole ma non i coperchi, scontrandosi contro la fede di un semplice: Antonio Primoaldo che rinsaldò nella fede i suoi concittadini, essendo in quella drammatica circostanza Pietro della situazione. Sulla sua fede resistettero tutti e perfino il boia turco di fronte a ciò si dichiarò infine cristiano finendo decapitato egli stesso, ma noi siamo sicuri che egli vive nella gaudiosa visione della S.S. Trinità.

“Questi sono i germi dell’antisemitismo”: insomma chi vuole veramente essere fedele all’insegnamento della chiesa di due millenni oggi viene accumunato agli antisemiti sperando di farlo tacere.

Forse, antisemita, lo era anche Padre Pio che ammoniva, prima del ’68, contro le terribili cose che sotto il tappeto di Oriente si stavano muovendo contro la cristinità e che vedeva nel dialogo con l’Islam un tradimento ?

Forse lo era il nostro concittadino (anche se nato in Piemonte con cui condividiamo l’onore) San Pio V, di cui il sultano diceva di temere le sue preghiere ben più che le armate dell’imperatore d’Austria?

Forse lo era anche il povero Antonio Bragadin? e che dire del comandante La Vallette e dei suoi valorosi combattenti a Malta? di Don Giovanni d’Austria, del Doge Vernier che combatterono a Lepanto? e il beato Innocenzo XI? e San Marco d’Aviano?

Antisemiti? Rinfreschi un po’ di teologia di campagna e di storia al suo smemorato ecclesiastico.

Tutti costoro erano persone che come il grande Imperatore Costantino presero e vissero sul serio il motto “In hoc signo vincit”. Col segno della Croce, nostra libertà contro i fascismi che tanti ecclesiastici vorrebbero reintrodurre, sotto questo segno essi difesero la loro fede e libertà e se oggi siamo qui a scriverle, lo dobbiamo interamente ad essi.

Durante l’assedio di Vienna, l’allora cardinale di Bologna, ordinò l’apertura a oltranza delle chiese e la preghiera continuativa per sostenere gli assediati di Vienna, un manipolo di uomini sotto il comando del Generale Ernst Stahrenberger. Oggi invece assistiamo al pietoso buonismo di un ecclesiastico che nasconde dietro alle sue parole il peggiore dei mali: l’apostasia della fede.

Certo tutte le persone che abbiamo citato non erano gli uomini del dialogo a oltranza, che vuol dire solo calarsi le braghe. Certo non è l’islam la religione del dialogo: come esempio si vada a leggere l’iscrizione dentro la moschea della roccia a Gerusalemme contro i politeisti. Può anche chiedere a Sua Santità Benedetto XVI lo stato in cui imperversano le chiese di Cipro, nella parte occupata illegalmente dai Turchi. Una perfetta desolazione in nome del dialogo imperante.

Forse ha dimenticato che il primo dei comandamenti lasciati a Mosé dice “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Che Dio adora questo saccente che si scandalizza della fede cristiana dei semplici?

Costui dice di essere cittadino di Gerusalemme: ne dubitiamo assai. Infatti se lo fosse toccherebbe con mano ogni giorno le enormi difficoltà dei cristiani nel mondo arabo. Non importa che le descriviamo questi calvari in questa lettera, può leggersi le notizie su AsiaNews e Tempi (www.tempi.it) tanto per citare due testate amiche.

Ci pare invece di cogliere nelle parole di tale ecclesiastico l’invidia per gli imam che ancora dominano nell’ignoranza i loro fedeli. Forse anche lui vuole recuperare tale potere?

Compito millenario della chiesa e dei successori di Pietro sulla sua cattedra, è stato di non confondere gli agnelli con i lupi. In tale compito tanti ordini religiosi hanno compiuto la loro parte, anche i domenicani.

Ora assistiamo invece alla criminalizzazione di chi professa la fede apostolica riassunta nel Credo di Nicea.

E’ tempo d’intervenire e anche lei assieme alle altre autorità a cui indirizziamo questa lettera può farlo. Non può agire disciplinarmente nei confronti di questo spacciatore di menzogne, ma può e deve sbugiardarlo dal suo pulpito nell’omelia domenicale.

Giovanni 21:15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».

Giovanni 21:16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».

Giovanni 21:17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.

Eminenza il suo silenzio e quello delle altre autorità a riguardo di queste stravolgimento della fede sarà un avallo del fango gettato sui fedeli e della menzogna sparpagliata come le piume della gallina di San Filippo Neri.

Ci vorrebbero due scapaccioni di buona fattura di curato di campagna, come quelli di Mons. Ottorino Davighi, suo maestro Eminenza, per mettere le cose a posto dentro la testa di questo sperduto domenicano.

Ci scusi la poca organicità della lettera, ma era necessario ribattere immediatamente e con poco tempo a questo tentativo di ennesima distruzione della fede cristiana.

Le porgiamo i nostri più devoti ossequi.

Un gruppo di cittadini “defensores fidei”


1 commento:

nuovopatriota ha detto...

La Chiesa dovrebbe avere una posizione fermamente contraria ad una religione che finirà per il soffocarla sullo stesso territorio in cui si erge uno dei più grandi simboli della religiosità Cristiana!

+nuovopatriota+