mercoledì 4 luglio 2007

Cofferati sulla moschea alla festa dell'Unità in San Donato

tratto da Emilianet

Cofferati: "Non sono

lontano dai cittadini"

Il sindaco intervistato alla festa

dell'unità di S. Donato



BOLOGNA (3 Lug. 2007) - Il rapporto tra sindaco e cittadini e il progetto della nuova moschea. Sono questi i temi di cui si è parlato, non senza qualche accenno di critica dal pubblico, nell'incontro con Sergio Cofferati alla Festa dell'Unità del quartiere S.Donato.
Sulla prima questione il primo cittadino, a chi aveva utilizzato termini come "delusione" rispetto alla campagna elettorale e "distacco" per criticarlo molto civilmente sul piano della partecipazione, ha risposto sottolineando il suo impegno costante: "Mi vedete meno rispetto alla campagna elettorale? Vero, ma allora facevo il candidato e ora faccio il sindaco. Il mio predecessore in Consiglio comunale non ci andava, io ne sono uscito alle 20 e domani sarò in Giunta". Successivamente, con qualche accenno polemico ha aggiunto: "Ogni tanto qualcuno si lamenta perché non l'ho incontrato, e magari poi si scopre che non ha neppure chiesto di incontrarmi". La lontananza del sindaco, insomma "é una vulgata che non corrisponde a verità". Per ribadire l'infondatezza di questo genere di critiche riguardo a una sua scostante presenza sul territorio bolognese, Cofferrati ha poi toccato una polemica vecchia di mesi "Sono stato criticato perché il 25 aprile non ero a Bologna e ho parlato a Genova. Su questo trasecolo. E' provincialismo esasperato. A Bologna avevo parlato l'anno prima e, per una logica rotazione, quest'anno ha parlato il presidente della Regione. Ho parlato in una città medaglia d'oro della Resistenza perché sono stato invitato dal sindaco e credo di aver fatto bene ad andare là. E' stato un onore per Bologna. E' importante per la città che altrove la sua amministrazione venga guardata con interesse".
Sul tema della costruzione della moschea, il primo cittadino ha ribadito di essere d'accordo col progetto: "E' giusto dare un luogo di culto ad una comunità religiosa. Si tratta di persone che già si ritrovano per pregare, ma debbono farlo in un posto inadeguato che crea difficoltà a loro e a chi abita in quella zona. Poi, rispetto ai timori di qualcuno, una commissione mista controllerà che la moschea venga utilizzata per il fine per cui è stata costruita". E il sindaco ha ricordato la storia del Pilastro, quella che un tempo era considerata una 'zona-ghetto' di Bologna e che si trova proprio nel quartiere S.Donato, per chiedere che ai musulmani non sia riservata "paura e discriminazione come quelle che un tempo avete patito voi".

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