martedì 24 luglio 2007

Eppure all’Indice ci va Magdi Allam


n. 173 del 2007-07-24 pagina 1

Eppure all’Indice ci va Magdi Allam
di Maria Giovanna Maglie

Questo fanno nella maggior parte delle moschee italiane: scuola di terrorismo, organizzazione di attentati contro di noi, come a Perugia. Giuliano Amato ieri lo ammetteva, e fa piacere dopo i recenti e reiterati colpi di sole, ma non basta. Non basta se continuano a lasciare aprire moschee fai da te, se alla fine quella di Colle Val D'Elsa, dove ci sono in tutto qualche centinaio di islamici, si sta costruendo, e non s'è fatto abbastanza per impedirlo, se a Bologna, sul terreno del Comune se ne progetta una megagalattica, per trentamila persone, quando ce ne sono non più di ottomila, e una moschea c'è già, e non si sta facendo abbastanza per impedirlo. Non basta se il ministro della Solidarietà Sociale fa passare per le moschee e solo per le moschee il denaro che dovrebbe servire a istruzione e integrazione dei musulmani in Italia. Non basta se una rivista della sinistra al caviale, che per fortuna non si trova più neanche nelle librerie Feltrinelli, prepara un numero intero di linciaggio di un giornalista che ha il torto di aver denunciato per tempo, lui nato in Egitto, il progetto criminale dei fondamentalisti islamici che sono in mezzo a noi.
Questa volta è andata bene e i cattivi, non si sa per quanto, vanno in carcere, ma non saremo a lungo così fortunati. Il re del Marocco ha fatto chiudere 145 moschee, perché non idonee, cioè perché non svolgevano l'attività di preghiera, che è l'unica che devono fare. Il governo italiano invece tratta con l'Ucoii, che rappresenta i fondamentalisti, l'intera gestione dei nostri immigrati musulmani. Non si ripeterà mai abbastanza che costoro controllano il novanta per cento delle moschee, ma che in moschea, liberi di scegliere, ci vanno solo il quindici per cento degli immigrati. Se però da questi luoghi passano lavoro, denaro, potere, insomma il controllo della comunità, gli integralisti avranno vinto.
Gli integralisti hanno formidabili alleati in certi intellettuali che con loro amoreggiano, che adorano il cattivo maestro Tariq Ramadan, anche perché non hanno letto o non hanno capito quello che scrive. Che lavorino nelle università o che occupino una sedia del servizio pubblico televisivo, in mezzo a loro sono stati raccolti i nomi in calce alla lista di proscrizione per Magdi Allam. Il quale è già stato difeso da firme e testate autorevoli, può essere rassicurato dal fatto che Reset non lo legge nessuno, i suoi libri in moltissimi, e che tanto il prezzo alto del vivere scortato già lo paga. Resta inoppugnabile il fatto che il metodo scelto per contestarlo è ai limiti del legale e oltre i limiti della decenza. Perché non confutano le sue tesi sui cristiani e sul ruolo di Israele, perché i professori che Allam chiama in causa nel libro non scrivono anche loro un bel libro contro di lui? Perché l'elitismo capalbiano semplicemente non tollera l'esistenza, e tantomeno il successo, di teorie diverse dalle loro. L'altro va messo all'indice, e se qualcuno si sentirà autorizzato a eliminarlo, di sensi di colpa neanche a parlarne. Per attaccare il nemico, Reset utilizza anche la penna, che io conosco assai incerta, di un patetico giovanotto che risponde al nome di Khalid Chaouki, un arrampicatore sociale sempre aiutato e beneficato da Magdi Allam. Che gli ha presentato un libretto insignificante, lo ha aiutato ad essere assunto all'Ansa, gli è stato vicino in tutti i modi, sperando di crescere un moderato. Appena incassata la nomina nella Consulta e il lavoro di giornalista, il giovanotto si è svelato attivo componente dell'Ucoii e ora scrive nientemeno che di neocon, come se sapesse che cosa significa. Non cito il caso perché conti qualcosa, ma perché indica il livello dell'ambiguità e della manipolazione che dobbiamo oggi affrontare.
Poiché il conflitto è alto e le azioni incoscienti del governo Prodi ne aumentano il rischio e la rapidità tanto nella sicurezza nazionale che nelle relazioni internazionali, il comportamento dei consapevoli deve essere limpido. Io per prima ho vissuto con disagio l'accentuazione in chiave confessionale della difesa dell'Occidente fatta negli ultimi anni, fino alla contestazione nientemeno che di Galilei. Si può essere non cattolici e apprezzare papa Ratzinger, si può non essere contenti della legge 40 sulla fecondazione assistita, ma riconoscere il rischio mortale del fondamentalismo. Rudy Giuliani è l'uomo d'ordine e il patriota più integro che conosco, cacciò da teatro Yasser Arafat, che pure era ospite dell'Onu da presidente, gridando «Stasera comando io e non gradisco i terroristi», ma al Gay Pride di New York ci andava e ci va. L'alleanza è politica, come politica è la determinazione nel difendere in Israele l'avamposto dell'Occidente in mezzo a territorio nemico anche nostro. Nessuno è investito di sacro compito più di altri. Né è stato politicamente intelligente che Alleanza nazionale e la Lega approvassero con esponenti della maggioranza una decina di giorni fa nientemeno che un riconoscimento dello status diplomatico, come ha fatto solo Cuba, del Fronte Polisario, un movimento che sta con l'Algeria integralista contro il Marocco riformista. Non nutriamo il coccodrillo, vale per tutti.
Maria Giovanna Maglie

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