domenica 29 luglio 2007

Verso l'Eurabia

Verso l'Eurabia

di Gianni Baget Bozzo - tratto da Il Giornale del 28 luglio 2007

Ogni Paese europeo ha il suo modo di affrontare i problemi legati alle minoranze islamiche. Quello che è certo è che esse non mantengono un rapporto positivo con lo Stato-Nazione, che è il punto terminale dell'evoluzione politica europea. Del resto, è assai difficile pensare al sentimento nazionale come un'identità profonda anche in Paesi come la Francia e la Gran Bretagna, che sono all'origine del trasferimento del potere dalle corporazioni medioevali al Parlamento nazionale. Ma almeno in questi due Paesi si cerca di rispondere - anche se con poco successo - con la promozione della Nazione francese nel primo caso, e della britishness nel secondo. L'Italia è il Paese che, anche più della Germania, ha perso il senso della Nazione come identità. In Germania esso è stato così forte da imporre agli Stati del sud e dell'ovest, a larga maggioranza cattolica, di unirsi con l'est protestante e comunistizzato al punto di accogliere in blocco i tedeschi dell'est nella sacralità del marco, il punto di onore della Germania post-nazista.

In Italia il criterio adottato è quello concordatario, cioè quello che consiste nel creare una sorta di tutela pubblica degli interessi islamici, supponendo che con ciò i musulmani accettino il principio dell'unità della Costituzione. Come se la Costituzione fosse l'identità della Nazione. Questa, di fatto, è sempre stata la tesi dei comunisti, che hanno inventato il «patriottismo della Costituzione» prima che i tedeschi lo pensassero per la Germania. Ora, non vi è dubbio che vi sia un movimento islamico, di per sé non terrorista, che intende creare una situazione in cui i rapporti inter-musulmani siano governati dalla shari'a. Ciò trova una sponda nel fatto che la sinistra intende ridurre il riconoscimento alla Chiesa cattolica come elemento rilevante della tradizione nazionale. La Francia di Chirac impedì il riconoscimento delle radici cristiane dell'Europa e le Chiese furono trattate come organizzazioni sociali che ottenevano in Europa il riconoscimento della posizione che avevano nei loro Stati, ma non fuori da ciascun Stato. Non ottennero lo status europeo.

Non vi è dubbio che l'Islam tenda a riconoscere la terra europea come una sua terra, in cui esso può lottare per l'applicazione integrale dei dettami del Corano e della tradizione. E l'istituzione delle moschee è il modo per impedire che immigrati musulmani si trovino più in agio nel sistema occidentale che in quello islamico. Il controllo della donna è il modo fondamentale per mantenere l'identità islamica. Per la prima volta avremmo un Islam interno alle Nazioni occidentali e capace di prevalere su di esse, imponendo loro una sorta di «dhimmitudine» - il pericolo da cui Oriana Fallaci volle mettere in guardia il suo Paese prima della morte. Che poi nelle moschee ci sia anche il fascino di una lettura radicale dell'Islam, come quella pronunciata da Osama Bin Laden, per cui un vero musulmano non è colui che osserva la shari'a ma colui che compie un martirio suicida, è una possibilità aggiunta. In questo modo lo Stato italiano, guidato dalla sinistra, non si rende conto che ammettere una minoranza islamica in cui l'identità musulmana diviene prevalente porta alla crisi radicale della Nazione europea come l'abbiamo conosciuta.

Nel bellissimo dialogo tra Benedetto XVI e i sacerdoti a Lorenzago è stato chiesto al Papa come conciliare il carattere missionario della Chiesa con il dialogo religioso. Il Papa ha citato la prima lettera di Pietro, che invita i cristiani a rendere conto della grazia che è in loro ed ha aggiunto che il vangelo non impone di annunziare a tutti l'invito alla conversione. Il Papa sa che nei Paesi d'Oriente le Chiese vivono purché non convertano islamici alla fede cristiana. E ciò ora vale anche per gli islamici in Occidente, dove i musulmani convertiti al Cristianesimo sono obbligati al nascondimento o alla clandestinità perché passibili di morte. La shari'a si impone già all'Europa, l'Eurabia è già una parziale realtà. E l'anticristianesimo occidentale può vivere avendo l'Islam come alleato.

! Gianni Baget Bozzo
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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