(Commento all'iniziativa riportata nella colonna a lato)
Noi ci siamo impegnati a dare il massimo dell'informazione possibile a questa manifestazione, ma vogliamo anche dire con assoluta chiarezza a coloro che ci leggono che siamo sicuri che non si otterrà nulla. I motivi sono molti ed evidenti. Prima di tutto la scelta di Bruxelles. Questo significa che gli organizzatori non hanno capito quale sia la causa fondamentale, anzi l’unica, della islamizzazione dell’Europa. L’Unione europea è stata costruita appositamente a questo scopo: rendere agevole ai musulmani invadere l’Occidente giungendovi da tutte le parti, occupandone un 20% in Svezia, un 15% in Danimarca, un 30% in Gran Bretagna, e così via. Insomma, non ci vuole molto a capirlo: se si vuole allagare un territorio, per prima cosa si tolgono le dighe. E’ proprio questo che è stato fatto: si sono tolte le dighe fisiche, psichiche, culturali, togliendo i confini fra gli Stati sia per le persone che per le merci, eliminando le differenze monetarie, eleggendo due lingue ufficiali, l’inglese e il francese, le più note agli immigrati provenienti dall’Africa e dall’Asia, quasi tutti ovviamente musulmani. E’ stato condannato come gravissimo peccato morale e politico il cosiddetto “nazionalismo” così che ai popoli d’Occidente, creatori degli Stati nazionali, è stata tolta l’unica passione che poteva spingerli a difendersi dalla invasione di stranieri: la Patria. La violenza con la quale i governanti hanno imposto ai propri sudditi questo comportamento è stata etichettata da una parte come virtù di solidarietà, dovere verso i poveri, e dall’altra, incuranti della contraddizione, come sistema per aumentare il patrimonio europeo in denaro, in mercato, in competitività, in bassa forza lavoro, innalzando a Divinità assoluta la libertà degli scambi, delle commistioni, delle “integrazioni”. Questa è l’unica, vera motivazione della costruzione che porta il nome di Unione Europea. Togliere agli Europei il senso della proprietà, la percezione di avere diritto a possedere una qualsiasi cosa, a cominciare dal territorio nel quale vivono e per il quale hanno tante volte combattuto e sono morti; di conseguenza, non possedere né istituzioni nazionali, né moneta, né banche, né governanti, né storia, né religione propria, ma al contrario abituarsi a considerare appartenente agli stranieri, a coloro che se ne appropriano, tutto quello che si riteneva appartenesse agli Europei, inclusi ovviamente il diritto, i costumi, i valori, la religione. Se non ci si convince di questo, e non ci si convince quindi che ogni Stato deve prendere immediatamente tutte le decisioni indispensabili per salvaguardare la propria sopravvivenza come nazione libera, come territorio che porta un nome e che appartiene ai cittadini che ne hanno formato la storia, la bellezza, la lingua, la tradizione religiosa, qualsiasi protesta, anche se degna del massimo rispetto, rivolta a Bruxelles, non serve a nulla. Inoltre gli Stati che formano l’Unione Europea sono tutti molto diversi gli uni dagli altri e i bisogni dell’uno non sono affatto simili a quelli dell’altro. L’Italia, per la sua conformazione geografica, per la sua storia linguistica (la Chiesa sembra aver dimenticato che il “latino” è stato creato dai Romani) artistica, scientifica, per la sua eccessiva densità demografica e la fragilità del suo territorio, ha assoluto bisogno che oggi stesso si dichiari esclusa dal patto di Schengen chiudendo tutti i confini e informi a gran voce coloro che da ogni parte del mondo si apprestano a ripararsi in Italia che non verrà ammesso più nessuno, per nessun motivo. Inoltre l’Italia è sede della Città del Vaticano e del Capo della Chiesa cattolica. Questo significa che il prossimo conflitto con l’Islam la vedrà in prima fila, che lo voglia oppure no, salvo che si dichiari subito sottomessa al volere musulmano e traditrice del Cristo, cosa di cui siamo costretti a convincerci guardando al comportamento tenuto fino ad oggi sia dai governanti che dal clero. Il silenzio del clero è impressionante: cominciare a parlare oggi, 28 luglio 2007, come abbiamo visto su diversi giornali, se non fosse tragicamente doloroso, sarebbe perfino ridicolo, in quanto era tutto prevedibile con la massima facilità fin da almeno 15 anni. La colpa più grave di coloro che hanno responsabilità di governo, ivi inclusa la gerarchia del clero, e assolutamente imperdonabile, è quella di non prevedere le conseguenze delle proprie decisioni e di non fermarsi neanche un attimo a riflettere sul futuro di coloro che hanno affidato la propria patria, il futuro dei propri figli, i propri beni, la propria storia, la propria religione a gente priva della pur minima capacità di pensiero e indegna del nome di “governante”.
“L’Occidente diventerà il Sud-Oriente. Capirne i processi sarebbe stato lo studio preliminare che i promotori dell’Unione avrebbero dovuto fare. Il fatto però che si sia dato per scontato che l’Occidente europeo, ossia la cultura nordista, avrebbe conquistato e annesso il sud-est, ampliando smisuratamente il suo territorio, il suo mercato, la forza del Continente, questo è il gesto più sconsiderato e sicuramente perdente che i politici-economisti abbiano compiuto. Perché, come è evidente, è il sud-est afroasiatico che si è annesso il nord europeo, non il contrario. L’Occidente si sofferma spesso a domandarsi come mai si sia estinto l’Antico Egitto, come abbiano potuto sparire gli Etruschi, come abbiano fatto a disintegrarsi di colpo gli Atzechi, i Maya. Domande inutili tanto quanto quelle che fra poco rivolgeranno a se stessi gli storici chiedendosi come ha fatto a sparire di colpo la cultura europea. Non sono state le conquiste degli eserciti nemici, perché queste non riescono mai di per sé, neanche con gli stermini di massa, a distruggere una civiltà. E’ stata la perdita di senso che la conquista ha comportato, così come è successo al popolo romano quando vi si è inserito il cristianesimo pur senza armi. Così come sta succedendo all’Unione Europea. L’eliminazione delle differenze, con la omologazione di popoli così profondamente diversi, porterà con rapido vortice al baratro del non senso. E alla fine della cultura occidentale nella sua forma autentica - quella europea - con l’installazione di una cultura tribale antica, di 1.500 anni fa, quella islamica. Sarà la fine del Cristianesimo come religione, contento delle sue opere di carità, e finalmente libero da quella Figura inspiegabile e così difficile da imitare che è Gesù di Nazaret. Aver ridotto il Cristianesimo alle opere di bene, l’operazione compiuta con tanta baldanza dalla Chiesa odierna, è la più banale e la meno religiosa delle scelte, ma soprattutto ha comportato l’aver concesso il massimo spazio ad una religione che non finge di non essere religione: l’islamismo.”
(Questa pagina è tolta da un saggio del 1997, intitolato “Contro l’Europa” e qui citato esclusivamente come prova che i pensieri e gli scopi degli uomini di potere possono essere facilmente previsti.) Roma, 28 Luglio 2007 |
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